4 h 45 – 201 km di percorso. Seguite il filo argenteo del fiume Issole fino alla valle del Ht Verdon, che si apre in un ampio bacino agricolo nel cuore di un ambiente montuoso. A ogni curva della strada, sarete accolti da un cammeo di verde.
Lasciando Saint-André-les-Alpes, si percorre la strada dipartimentale lungo la valle di Issole e si segue il filo d’argento del suo corso d’acqua.
Fate una breve sosta per scoprire l’acquedotto “Pont des sept Arcades”, un’opera d’arte costruita nel 1863 sotto Napoleone III. Questo acquedotto attraversava l’Issole per portare l’acqua del Verdon agli orti degli abitanti del villaggio. Il ponte ebbe vita breve: sebbene fosse stato restaurato nel 1893, la sua arcata principale crollò intorno al 1923, e poi fu fatto saltare con la dinamite durante la guerra, ponendo fine al suo destino dopo circa sessant’anni, rovinando le speranze degli ortolani e deteriorandosi lentamente nel tempo. Oggi rimangono intatte solo tre arcate.
Proseguendo il cammino, a ogni curva della strada il fiume Issole vi saluta con le sue sfumature di verde.
Innanzitutto il verde scuro della fitta foresta dominata dalle conifere: pini silvestri, pini neri, pini uncinati e larici di alta quota, che occupano i pendii più ripidi e meno soleggiati. Questa comunità di alberi immensi è il risultato di campagne di rimboschimento. La presenza di faggeti sull’ubacs e di querceti offre una diversità vegetale. Sui pendii più soleggiati e pietrosi si trovano bosso, ginestra, lavanda e macchia di roverella. Una passeggiata nel bosco attirerà tutti i vostri sensi! Profuma di vita, di legno, di muschio e di linfa. Ci sono molti insetti da osservare, uccelli da ascoltare, funghi e lamponi da raccogliere.
Poi il verde tenue dei prati e dei campi coltivati, caratteristici del sistema agro-pastorale delle valli di montagna. L’attività pastorale è onnipresente e si può avere la fortuna di scorgere qualche gregge di pecore che pascola tranquillamente, se non sono tutte partite per gli alpeggi.
Infine, su questo sfondo bucolico, si può scorgere il verde pastello dei pascoli di montagna.
Questo ampio bacino agricolo è circondato da alte montagne come il massiccio del Cheval Blanc, che culmina a 2323 m (6 ore di cammino). La valle dell’Haut Verdon si apre a borghi e villaggi che meritano una passeggiata.
A Château Garnier si può scoprire la cappella di San Tommaso, costruita nel XII secolo e modificata nel corso degli anni. Contiene affreschi dello stesso periodo che raffigurano Gesù Cristo, giudice supremo, seduto tra il sole e la luna. Per visitarla, si possono chiedere le chiavi della fabbrica di miele di Chailan, un produttore locale, che offre anche un tour senza punture dell’azienda, delle strutture e delle arnie!
Nel villaggio di Thorame-Basse non c’è che l’imbarazzo della scelta: si può proseguire a sinistra verso l’incantevole borgo di La Valette o prendere il facile sentiero che porta al sito di Piégut con il suo percorso botanico, la Via Crucis, la cappella e l’omonima torre medievale (partenza di fronte alla chiesa, tempo di percorrenza circa 2 ore e 30), purtroppo in parte rovinata. Si presenta come una torre quadrata di circa 6 m di lato, con pareti bugnate. All’interno è coperta da una volta a crociera a costoloni. L’arco semicircolare della porta d’ingresso poggia su un potente architrave. Un bel panorama da ammirare.
Pronti a ripartire?
Appena fuori Thorame-Basse, il birrificio biologico “Cordoeil” vi apre le porte.
Gli impianti di maltaggio e di produzione della birra possono essere visitati tutto l’anno su appuntamento. Visita di degustazione: 3 euro a persona.
Proseguite verso Thorame-Haute. Lungo il percorso, fate una sosta al Lac des Sagnes.
Probabilmente avrete sentito parlare di Thorame-Haute per tutto il 2018 in televisione grazie al suo “Pont du Moulin”, che è stato uno dei monumenti selezionati per la lotteria del patrimonio e la missione di Berna. Quest’opera d’arte, che segna l’ingresso alla valle dell’Haut Verdon Val d’Allos, è attualmente chiusa per lavori di ristrutturazione, ma è ancora visibile dal lato della strada dipartimentale, con una vista mozzafiato sulle catene montuose e uno strapiombo sul Verdon.
Questo ponte “a schiena d’asino” è lungo 41 metri e largo 2,30 metri. La sua altezza varia da circa 7 metri a 11 metri sopra il letto del Verdon. È composto da due archi disuguali a sezione circolare, con raggi rispettivamente di 11 e 2,5 metri.
Il nostro anello prosegue ora lungo la strada dipartimentale verso la stazione dei Chemins de fer de Provence, nota come “treno delle Pignes”.
Questa linea ferroviaria collega le città di Digne les Bains e Nizza, passando dalle Alpi dell’Alta Provenza attraverso l’entroterra nizzardo fino alla Costa Azzurra. Dalla terra della lavanda pregiata a quella dei castagni, il Train des Pignes è da oltre un secolo una parte importante della memoria collettiva della Provenza. È un’esperienza da vivere anche durante il soggiorno, prendendo il treno a vapore tra Puget-Théniers- Entrevaux e Annot (da maggio a settembre).
Sul piazzale della stazione di Thorame, merita una visita la bella chiesa di Notre Dame de la Fleur con le sue vetrate. Si noti che non è sempre aperta a causa del rischio di danni. La storia della costruzione di questa chiesa narra dell’apparizione degli spiriti celesti a un pastore di Thorame, che segnò il sito di una cappella da costruire in onore di Maria, a otto chilometri dal villaggio.
Una rosa colta dal giardino del cielo fu lasciata al pastore come segno autentico della sua visione, facendo guadagnare a Maria il titolo di Nostra Signora del Fiore. Ogni anno, il lunedì di Pentecoste, una processione riporta la Vergine al suo santuario del fiore dalla chiesa di Thorame-haute.
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