Sotto il boulodromo si trova il lavatoio, costruito nel 1864 e ristrutturato nel 1923.
Oh! Vaï! Come diceva Roger: ‘L’eau, elle va toujours à la pente’… Così l’acqua della fontana lassù, eh, bè! scorre, scorre, fino al lavatoio…
Che seccatura il bucato! Una vera e propria fatica! 2 o 3 volte all’anno e ogni volta ci vogliono diversi giorni!
Prima il bucato deve essere messo a bagno in grandi vasche, poi, quando è molto pesante, viene messo in un tino di legno che viene portato fuori dalla serra, coperto con un telo su cui viene stesa la cenere e poi innaffiato, innaffiato, prima con acqua fredda che viene raccolta per poi essere versata di nuovo… Dopo una notte di riposo: bollire l’acqua!
Perché ora si ricomincia con l’acqua calda, che si versa di nuovo, si riscalda e si riscalda… Non si finisce mai! Un’altra notte di riposo prima di toglierla dal tino. O ! Poverina! È impossibile lavare i panni sporchi in famiglia: tutto il villaggio viene coinvolto… E ognuno dice la sua: la biancheria di quello, le lenzuola di quell’altro… C’è molto da discutere! Ma una volta stesi, bisogna sciacquarli e poi… poi bisogna portarli al lavatoio laggiù, a Les Sences, tutti bagnati e pesanti, sull’esquine, sulla carriola o sull’aï, e anche i bambini aiutano.
Ma nel 1864, Emile ebbe un’idea… Per concimare il suo orto lì, proprio sotto il parcheggio, aveva messo gli occhi sulla potassa! Potassa ricavata dall’acqua di risciacquo, grazie alla cenere! Lo si vede parlare da solo davanti al muro della Terrazza. Borbotta. Parle soulé, lo chiamano. E poi un giorno, mentre discute con il sindaco… Non gli è mai venuto in mente di costruire una lavanderia! Un lavatoio, lì, proprio sotto la piazza… un lavatoio? Paga tutto lui… (Emile ha dei soldi?) e… in cambio raccoglie l’acqua sporca. UNA LAVANDERIA! Un lavatoio in cambio di acqua sporca: il sole doveva battere su di lui!
2 anni! 2 anni per trovare le pietre e incanalare l’acqua. Che progetto! Tutti sperano: lo farà, non lo farà? Tutte le donne speravano… 2 anni… Finalmente un giorno fu inaugurato, nel 1866! Le donne andavano e venivano. Che gioia potersi lavare vicino a casa! Il pezzo di sapone di Marsiglia era addirittura nascosto sotto la trave, vicino al pilastro della piccola lavanderia.
Anche il rospo è felice qui: si è dichiarato guardiano e ama troppo il suo lavatoio. Attenzione! Attenzione, quando vi avvicinate, non ama essere disturbato: si gonfia, sputa. Una buona scusa per chi non lava spesso le mutande!
E l’Emile, eh bè, l’Emile, ripaga i suoi soldi…: ci vende le sue belle verdure…
Testo di SUSINI/MARIANI Nadine
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